Erratico
Bart Herreman - Umberto Cavenago
open til January 26th, 2020
COMUNICATO STAMPA
Sculture sospese nel nulla che volano solitarie sopra Marina di Pietrasanta, zebre a loro agio nella Chiesa di Sant’Agostino, creature che cambiano luogo e direzione, vagabonde e indipendenti anche se apparentemente integrate in ambienti diversi, erratiche. “Erratico” è appunto il titolo della mostra di Bart Herreman (27 fotografie di cui 6 di grandi dimensioni) e dello scultore Umberto Cavenago (20 sculture), che sarà esposta da sabato 26 ottobre – inaugurazione ore 18.30 – al 26 gennaio 2020 a Pietrasanta (Lu), in Piazza del Duomo, nella Chiesa e il Chiostro di Sant’Agostino. Scenari suggestivi che saranno il terreno di confronto di due artisti che, pur operando in campi diversi, condividono una comune ricerca legata alla sintassi dello spazio, della materia e un approccio strumentale alla tecnologia. In più le opere di Herreman e Cavenago saranno disposte secondo un allestimento concepito espressamente per gli spazi di Pietrasanta con opere realizzate ad hoc. Le sculture e le installazioni di Umberto Cavenago nascono per dialogare con la dimensione architettonica come dimostrano quelle esposte e utilizzano e sperimentano tutte le potenzialità tecniche, materiche e volumetriche della dimensione plastica. Una cifra stilistica che ha caratterizzato la sua poetica e condotto a esporre in prestigiose sedi e rassegne nazionali e internazionali, dalla Biennale di Venezia del 1990 curata da Giovanni Carandente, passando per il Martin Gropius-Bau di Berlino e la Biennale di San Paolo e quella di Johannesburg a cui si aggiunge la Quadriennale di Roma, dal Museo Reina Sofia di Madrid al Magasin di Grenoble fino Museo Pecci di Prato e la Fondazione Pomodoro, per citarne alcune. Per Bart Herreman la fotografia non è uno strumento di semplice registrazione oggettiva della realtà , ma si inserisce in quel solco che dalle avanguardie storiche di inizio secolo (Man Ray, Moholy Nagy) prosegue per tutto il XX secolo fino ai nostri giorni nella promozione dello strumento fotografico come mezzo espressivo al pari di pittura e scultura. L’artista belga ha sperimentato tutte le potenzialità della fotografia come mezzo espressivo, passando da quella di moda al ritratto fino a quella artistica tout court, entrando a far parte di collezioni pubbliche e private a livello internazionale. Utilizza tutte le possibilità delle nuove tecnologie digitali per creare spazi fantastici ma verosimili, utilizzando la fotografia in una direzione pittorica, intervenendo cioè sulle singole componenti visuali, da quelle cromatiche a quelle luministiche e naturalmente sulla scelta e disposizione delle componenti “narrative” dell’”inquadratura”. Entrambi gli artisti progettano una strategia espressiva che intende coinvolgere lo spettatore in maniera attiva, costringendolo a crearsi una propria narrazione individuale, che lo scuota dall’apatia della percezione troppo distratta dall’invasione quotidiana d’immagini da parte dei mass-media e dei social network.